Fame mia è uno spettacolo comico e poetico che parla di cioccolato e di desideri, di cibo e di ossessioni, di accettazione e di denutrizioni. E’ liberamente ispirato a un romanzo di Amélie Nothomb. .
Un percorso di formazione, dall’infanzia all’età adulta alla ricerca di sé, una strada piena di curve e di salite ma anche di prati su cui riposare. Dedicato a tutte quelle persone che non si sentono abbastanza belle, che non si sentono abbastanza amate, che non credono di bastarsi per essere felici. Uno spettacolo un po’ per tutti: chi è senza peccato, scagli la prima pietra.
Lo studio delle spettacolo è stato riconosciuto vincitore del premio “L’Alba che verrà” 2016 e del Premio “Giovani Realtà del Teatro” 2015 dell’Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine.
“La storia di una donna che aveva fame, che aveva così tanta fame, da smettere di mangiare. Quella donna ero io ed era anche Amélie Nothomb, e i tanti Giada, Marika, Riccardo e altri infiniti nomi. La fame è un paesaggio che ci accomuna tutti. Belli, brutti, storti, compiuti o incompiuti. La fame è un sentimento universale. La fame, ovviamente, non è solo di cibo, ma di amore, di vita, di storie, di riconoscimento”.